Grazie a Cantieri Aperti Riscoprendo Emozioni, progetto realizzato nell’ambito del programma “Estate si-cura e inclusiva” dell’Assessorato al Welfare del Comune di Bari, in collaborazione con il Municipio I e l’Istituto Umberto I San Nicola, il cortile del plesso San Nicola “rinasce”.
I bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze del Centro Servizi per le Famiglie San Nicola, gestito dalla cooperativa Progetto Città, attraverso un percorso di progettazione partecipata, sono stati infatti protagonisti - durante l’estate - della cura, della sistemazione e della valorizzazione del cortile scolastico che, a causa della chiusura delle scuole per la pandemia, aveva acquisito un’immagine spoglia.
La “restituzione” del cortile è stata celebrata, in un evento chiuso al pubblico per via delle direttive volte ad arginare la diffusione del Covid, mercoledì 16 settembre alle ore 11, alla presenza dell’assessora al Welfare Francesca Bottalico, del dirigente scolastico Giuseppe Capozza e di quelli che hanno reso possibile il progetto, primi tra tutti bambini e bambine che potranno “testare” subito il nuovo ambiente.
“Il cantiere, sviluppatosi in sei settimane, è stato immaginato come occasione e suggestione entro la quale valorizzare le idee e gli spazi”, spiega l’assessora Francesca Bottalico, “e rendere concrete le occasioni di vita di comunità che agisce ‘per’ e ‘sul’ territorio”.
“Il gioco ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo di questo progetto”, le fa eco Mariella De Nicolò, coordinatrice del CSF San Nicola. “Bambini e bambine e ragazzi e ragazze tra i 6 e i 17 anni hanno immaginato e condiviso pensieri , progettualità, hanno sperimentato l’utilizzo di tecniche e materiali, innestando consapevolezze e sentendosi più protagonisti della cura e del processo di cambiamento apportato al cortile, divenuto più vivibile e accogliente”.
Sono stati disegnati e dipinti sul pavimento giochi della tradizione, è stato possibile dipingere i muri per dar vita a un grande murales che racconta il tema della crescita, e sono state seminate e curate piante nell’angolo verde allestito dai partecipanti al cantiere con materiale di riuso. Uno spazio del territorio che, attraverso l’azione trasformativa dell’arte e della relazione educativa, assume identità e bellezza della quale i bambini e le bambine coinvolti si sono resi protagonisti e protagoniste.
Proprio su arte e educazione chiude Gina Depalma, presidente di Progetto Città: “C’è un profondo parallelismo tra educazione e arte. Sono entrambi processi dinamici di trasformazione, di cambiamento, che riescono a coniugare la dimensione del reale con quella del possibile. Proprio nel connubio tra la possibilità e la realtà trova terreno fertile lo sviluppo. Questo cantiere ha dato vita a un dinamismo educativo che porta alla crescita, alla progettazione, attraverso un percorso artistico, un percorso di bellezza e di rigenerazione. Come l’educazione, l’arte aiuta a crescere e aiuta a vedere il mondo con occhi nuovi, a trasformarlo. Mi sembra un ottimo antidoto, proprio per questa commistione tra possibilità e realtà, alla realtà virtuale che siamo abituati a vivere con un eccessivo utilizzo - e anche un’eccessiva fiducia - nei social e nel mondo del web. Lì troviamo, infatti, una virtualità che allontana dal reale, che allontana dal possibile, che spesso offre un mondo precostituito e reiterabile, in cui non ci si può confrontare con il fallimento, con la negatività, dove non si hanno gli strumenti per cambiare niente, dove è l’utente lo strumento del virtuale. Invece, arte e rapporto educativo sono strumenti che permettono all’individuo di crescere, di evolvere, di cambiarsi e di cambiare”.